Il bummolo del Malandrino o bummulu è un oggetto antico e molto apprezzato della tradizione siciliana. Proprio per la furbizia e la genialità della sua struttura viene definito del malandrino (nell’accezione di giovane furbo, vivace e simpatico).
Di necessità virtù
Ormai con Camilleri è ampiamente diffuso il suo nome, ma pochi ne hanno visto la reale struttura interna o il funzionamento.
Oggi possiamo comprendere meglio il detto “di necessità virtù” che spinse il primo uomo a creare un simile contenitore.
Immaginate cosa dev’essere stato lavorare sotto un sole cocente (40°C estivi) ed avere a disposizione un unico contenitore? Questo poteva darti refrigerio (il caro bummolo) oppure stordirti con un’acqua calda imbevibile (magari un altro siciliano nello stesso momento inventava il tè ) ..
Ma come funziona?
Preso il bummolo dalla base, viene capovolto e all’interno dell’apertura versata l’acqua. La quantità d’acqua dipenderà dalla capienza del comparto interno.
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Una volta nella sua posizione, con la base in appoggio, non verrà riversata una goccia. Per servirsi del liquido all’interno, lo si userà come una qualsiasi brocca.
Il bummolo di terracotta è anche appuntito nella sommità così da creare internamente un vuoto dove avviene l’evaporazione del liquido surriscaldato e il rispettivo abbassamento della temperatura.
E’ semplicemente geniale il bummolo del malandrino e a me piace immaginarlo legato al cavallo o all’asino del nostro avo lavoratore che ritorna soddisfatto dalla sua giornata nei campi siculi.