I limoni siciliani, dal colore giallo intenso, rappresentano in pieno lo spirito della nostra terra, la sua vivacità, la bontà ed il suo calore. Tanti piccoli “soli” gialli si affacciano da questa pianta sempreverde ed arricchiscono di felicità i nostri giardini.
Le sue foglie di un verde smeraldo favoriscono la bellezza delle bianche e profumatissime zagare: un sogno ad occhi aperti per noi Siciliani.
Anche se adesso rappresentano un po’ il simbolo della Sicilia e del Mediterraneo in genere, non sono qui da sempre…
Mitologia greca
Dalla mitologia greca, sappiamo che i “pomi d’oro” si trovavano nel giardino delle Esperidi (tra le quali la nostra Aretusa) ed erano ben custoditi dal drago Ladone, dalle cento teste. Questi frutti furono un dono di nozze di Gea (Terra) per le divinità Zeus ed Hera, come simbolo di amore e prosperità. Poi Ercole, nella sua undicesima fatica, riuscì a rubarli e da lì il passo fu breve per arrivare nelle mani degli esseri umani.
Un po’ di storia
Le prime testimonianze della presenza di questo agrume si hanno in Cina, da dove inizia il suo viaggio verso l’Occidente, attraverso la Persia.
Dobbiamo ringraziare gli Arabi se oggi la Sicilia è così “divinamente” colorata d’oro. Infatti verso l’anno Mille, con la dominazione araba, ha inizio una coltivazione regolare del limone, sia nel nostro territorio che in Spagna, ed una massiccia esportazione, verso il resto d’Europa, senza paragoni per l’epoca.
Frutto prezioso
Col passare del tempo e fino ai nostri giorni, la fama dell’agrume crescerà sempre più, dimostrandosi un frutto davvero straordinario: antidoto per le piante velenose e rimedio per le molte malattie dell’epoca. Verrà anche utilizzato in cucina per esaltare i sapori o per creare bevande deliziose, come il Limoncello. Gli oli essenziali ricavati dal frutto e dai fiori daranno vita ai primi profumi e agli innumerevoli prodotti di bellezza.
Chi visita oggi la Sicilia non può che restare sorpreso da questi venti profumati di zagara che impregnano l’aria e che daranno, una volta ritornati a casa, una sensazione di fresca nostalgia nel ricordo di quel soffio divino dell’incantevole Trinacria.