Narciso , figlio di una ninfa e del dio delle acque, era un ragazzo dall’aspetto incantevole che, secondo l’oracolo, per preservare tanta bellezza, non avrebbe mai dovuto vedere il suo volto. Non esisteva giovinetta o ninfa che potesse resistere a tanta bellezza; per cui anche Eco, la più bella tra le ninfe della montagna, se ne innamorò perdutamente.
L’egoismo di Narciso
Ma Narciso era così arido e pieno di superbia da non riuscire ad amare altro, al di fuori di se stesso. Le invocazioni d’amore di Eco cadevano nel vuoto; la fanciulla si consumò dal dolore e di lei rimase solo un lieve sussurro (l’eco) ai piedi della montagna.
Gli dei adirati, decisero di punire tanta indifferenza e crudeltà: Narciso sarebbe stato vittima del suo stesso amor proprio.
Ovidio nelle Metamorfosi scriveva: “Disteso a terra, contempla quelle due stelle che sono i suoi occhi, i capelli degni di Bacco, degni persino di Apollo, e le guance lisce, il collo d’avorio, la bellezza della bocca, il rosa soffuso sul niveo candore, e tutto quanto ammira è ciò che rende lui meraviglioso. Desidera, ignorandolo, sé stesso, amante e oggetto amato, mentre brama, si brama, e insieme accende ed arde.”
Il giovane un giorno, pazzo d’amore, si sporse tanto da cadervi dentro, trovando la morte.
Il ricordo di Eco
In montagna si può ancora udire il flebile sussurro di Eco che risponde ai viandanti, anelando la voce dell’amato Narciso… e quest’ultimo lo si può trovare in riva al lago, trasformato in un fiore bellissimo e dal meraviglioso profumo.
Per sorridere un po’ e prendere il mito greco con un pizzico di ironia vi consiglio questo video per capire chi tra Eco e Narciso era più “strano”.
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